I capelli sono importanti oggi

Era tutto pronto ormai, o quasi.
Teso come una corda di violino si sistemava i capelli senza troppo successo. Non riusciva ad ottenere quell’effetto scompigliato che adesso andava tanto di moda, provava in tutti modi ad impastarli con le mani ma ogni volta i capelli si afflosciavano prendendo la forma di una cresta simile a quella di un galletto.
Dai! Ti prego! I capelli sono importanti oggi.
Era il primo giorno di liceo per Marco Vitali, non poteva permettersi di sgarrare; non poteva fare la figura del coglione già il primo giorno di scuola.
Cambio parrucchiere, lo giuro!
Non sapeva più a chi dare la colpa. Eppure il signor Denis Imperiale i capelli li tagliava da trent’anni e nessuno si era mai trovato in una situazione così catastrofica come Marco davanti allo specchio da più di venti minuti a ripetere i soliti gesti e a stressare quella povera chioma.
Ecco ci siamo!
Era riuscito ad ottenere qualcosa che assomigliasse al suo modello ideale, ma a lui parevano praticamente unici. Se li osservò con soddisfazione per un paio di minuti buoni, in tutte le pose, facendo espressioni da macho.
“Marco! Vuoi uscire da quel bagno?” sua madre aveva ragione, avrebbe fatto tardi.
“Eccomi”
Uscì con un sorriso entusiasta della costruzione che aveva adesso in testa, come un architetto che contempla il suo capolavoro migliore. Corse in camera ma dopo due passi veloci si bloccò e camminò moderatamente, non poteva letteralmente gettare al vento i suoi capelli scompigliati artificialmente per una corsa dal bagno alla camera. Prese la cartella, se la mise su una spalla e si incamminò verso l’uscita. Suo padre era giù che aspettava in macchina da circa cinque minuti, era sicuramente arrabbiato, sua madre, invece, lo aspettava sull’uscio con un piede già fuori casa e con la mano che teneva la maniglia della porta spalancata.
“Ti vuoi muovere?”
“Ci sono mamma, sto uscendo!” affrettò il passo ma sempre con moderazione, si diede un ultima controllata allo specchio che c’era all’entrata e uscì.
“Mi raccomando tesoro cerca di essere gentile con tutti, fare buone amicizie è fondamentale a scuola.” quando sua madre prendeva quel tono da Mary Poppins era insopportabile.
“Sì certo.” rispose con tanta voglia di aprire la portiera della macchina e buttarsi in corsa.
Finalmente arrivarono, accanto alla scuola c’era un chiosco che vendeva panini e bibite. Già si immaginava di andarci dopo scuola con i suoi compagni e compagne; magari andarci con la ragazza che gli piaceva a prenderle qualche cosa da mangiare mentre lui mangiava lei con gli occhi.
Insomma, sognava.
Ma tutto si dissolse con un colpo di mano abile di sua madre che si appoggiò con la delicatezza di un ciccione che agguanta l’ultima ciambella sulla sua povera testa e scompigliò i suoi capelli così perfetti per l’occasione.
“Buona scuola caro!”
Gli scappò un “fanculo!” che per sua fortuna si perse nel vento di Settembre e nel rumore dell’auto che se ne andava.

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