L’altalena è mia!

Sono sull’altalena. È fantastica l’altalena!
Vorrei proprio sapere chi ha avuto l’idea di inventarla; forse ad un uomo che aveva un figlio che voleva fare il pilota ma non avendo abbastanza soldi, gli costruì questo gioco per avvicinarsi un po’ di più al cielo, per sentire il vento tra i capelli.
Bhe, poco importa. Io adoro l’altalena, l’importante è questo adesso.
Mentre mi dondolo sempre più forte attorno a me ci sono altri bambini che giocano: schiamazzano, urlano, si tirano i capelli, si infilano le dita nel naso. Si inseguono, giocano con la palla o a nascondino; ma nessuno va sull’altalena, quella è mia!
In tutto questo gran casino di miei coetanei capisco subito chi è il prepotente del gruppo e chi l’indifeso, chi gli tocca aspettare di scendere dallo scivolo per anche cinque minuti e invece chi scende subito, senza fare la fila. Mi stanno tutti antipatici quelli. Comunque, riprendendo il discorso, in tutto questo gran casino vedo un angolo di tranquillità. Una bimba bionda sta accovacciata nei pressi della siepe, è da sola. Smetto di dondolarmi.
“Ehi..ehi bimba bionda..” non mi sente.
“EHI..! BIMBA BIONDA!!” non mi posso alzare, mi ruberebbero il posto.
“EEEEEEHIIIII!” non ho più fiato, se non si gira…
Si gira verso di me. Ha gli occhi grandi, rossi e le guance con due lacrimoni che fanno dei solchi sul viso, sfigurandolo.
“Vieni qui un attimo?”
Si alza con calma mettendo i palmi delle mani a terra, come se le mancassero le forze. Ha un vestitito a fiori bianco e blu. Cammina timida verso di me.
“Ciao…”
Non mi risponde.
“Perchè piangevi?”
Non mi risponde.
“Vuoi giocare?”
Silenzio e poi…
“No.”
“Come no? E cosa ci sei venuta a fare al parco giochi?”
“Mi ha portato la Mamma?”
Scendo dall’altalena: “Dai sali”. Devo essere impazzito, ho lasciato il posto dell’altalena ad uno che non sono io!
Incerta mi guarda per qualche secondo, sale e sta ferma.
Vado alle sue spalle e inizio a spingerla, dolcemente.
Non parliamo più, non voglio neanche sapere il motivo per cui piangeva; adesso non piange più. L’importante è questo adesso.
La spingo sempre più forte e i suoi capelli mi vengono in faccia facendomi il solletico e sento che lei inizia a ridere. Allora la spingo ancora più forte, sempre di più, di più!
“Tesoro! Dobbiamo andare!” mio padre arriva con il giornale ancora aperto, sta tentando di chiuderlo, senza riuscirci.
“Arrivo papà..”
“Dai saluta la tua nuova amica”
Mentre sta per finire la frase arriva una donna che prende per mano la bimba bionda e: “Amore mio! Allora hai trovato qualcuno con cui giocare? Bene ma ora dobbiamo proprio andare!” la donna sorride alla bimba.
“Allora ciao..” la guardo mentre si sistema i capelli scompigliati dal vento e con la faccia rossa dalle risate sull’altalena.
“Ciao..” apre la manina e la agita teneramente.
Mio padre guarda sua madre e con un sorriso la saluta velocemente. Mi prende per mano e mi trascina via, io sorrido.
“Papà..ma chi l’ha inventata l’altalena?”
Mi guarda stranito: “Non ne ho idea!”
“Doveva essere davvero un genio.”
Sorrido e penso a quella manina che mi saluta.